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Aperitivo alle 18:03.

Sei in ritardo ed infatti sei
come un povero eremita nascosto
dietro una pianta in vaso
su di una panchina legnosa
senza tempo.
Bevi in plastica per dovere
con il vetro liscio nella testa piena
dei vuoti rossi che lascerai.
Non vi è pace e non c'era guerra
sui nostri confini che non ci sono.
Abbasso lo sguardo e rifletto
senza specchio
ma con un garbato modo,
con la paura tattile
di essere in errore
per tutti
per tutti i miei modi
per tutti i miei mondi.
Scivolo in piedi in fretta, così
come mi mordessero forte alle reni
per una granulosa e cinerea paura
che non meritiamo.
E piango
senza orgoglio
pensando a mio nonno
pensando ai parchi giochi colorati
allo zucchero filato
alla vita strappata per scelte di potere
peraltro difficilmente corrette.
Torno a casa.
Apro la porta e chiudo i chiavistelli.
Mi sembra di essere all'opera.
O ad Opera.

Andate tutti a fare in culo.

 

©Martin Palmadessa 01.11.2020

 

Da "TSUNAMI", Edizioni Setteponti, 26 Maggio 2022

https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=3336&Tabella=Articolo

 

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