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al testo di Martin Palmadessa
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Aperitivo alle 18:03.
Sei in ritardo ed infatti sei come un povero eremita nascosto dietro una pianta in vaso su di una panchina legnosa senza tempo. Bevi in plastica per dovere con il vetro liscio nella testa piena dei vuoti rossi che lascerai. Non vi è pace e non c'era guerra sui nostri confini che non ci sono. Abbasso lo sguardo e rifletto senza specchio ma con un garbato modo, con la paura tattile di essere in errore per tutti per tutti i miei modi per tutti i miei mondi. Scivolo in piedi in fretta, così come mi mordessero forte alle reni per una granulosa e cinerea paura che non meritiamo. E piango senza orgoglio pensando a mio nonno pensando ai parchi giochi colorati allo zucchero filato alla vita strappata per scelte di potere peraltro difficilmente corrette. Torno a casa. Apro la porta e chiudo i chiavistelli. Mi sembra di essere all'opera. O ad Opera.